Marzo 10, 2025
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Oggi David Gilmour compie 79 anni, una tappa fondamentale per uno degli artisti più influenti della storia dei Pink Floyd e della musica rock in generale. In questo giorno di festa, è doveroso rivisitare una delle sue opere soliste più affascinanti: On An Island, uscito il 6 marzo 2016, in occasione del suo 60° compleanno. Nonostante il dibattito acceso tra critici e fan – che propongono, rispettivamente, il debutto omonimo del 1978 e il recente Luck And Strange (settembre 2024) come migliori – un’analisi attenta rivela come On An Island sia, per qualità di produzione e per un linguaggio musicale inconfondibile, il vero capolavoro della carriera solista di Gilmour.

Il suo percorso solista è stato costellato di scelte artistiche che hanno sempre messo al centro l’espressività della sua chitarra, la cura dei dettagli sonori e la capacità di creare atmosfere uniche. Se da un lato il suo primo album del 1978 è stato acclamato per la forza delle sue innovazioni, dall’altro l’ultima fatica, Luck And Strange, ha saputo connettere un pubblico più ampio grazie a sonorità moderne. Tuttavia, nessuna di queste opere riesce a eguagliare la coerenza e la maturità espressiva che si riscontra in On An Island.

On An Island si distingue immediatamente per la sua produzione impeccabile. In un contesto in cui ogni strumento viene valorizzato e ogni sfumatura sonora è studiata nei minimi dettagli, l’album crea un percorso emozionale che trascende il mero ascolto. Il lavoro in studio traspare come un atto di grande maestria: ogni traccia è costruita con una struttura dinamica che favorisce l’ascolto attento, mentre i suoi celebri assoli di chitarra emergono come momenti di pura poesia musicale. La produzione non è solo un mezzo per esaltare la tecnica strumentale, ma diventa essa stessa un protagonista, capace di evocare emozioni profonde e di raccontare una storia personale e universale allo stesso tempo. Il disco risulta alla fine strutturato perfettamente per il vinile, aprendo e chiudendo i due lati in maniera impeccabile e non è escluso che questa sia stata la volontà di Phil Manzanera, amante di questa tattica (vedi The Endless River).

Il dibattito tra chi sostiene il valore del primo album solista del 1978 e chi preferisce le innovazioni di Luck And Strange è ricco di sfumature e testimonia la complessità dell’eredità musicale di Gilmour. I critici hanno spesso evidenziato come il debutto sia un’opera rivoluzionaria, d’altro canto, il pubblico, particolarmente attento alle evoluzioni stilistiche, ha accolto con entusiasmo il linguaggio più attuale di Luck And Strange.

Tuttavia, per chi vi scrive, On An Island rappresenta il perfetto equilibrio tra innovazione e tradizione. La sua produzione raffinata e il linguaggio musicale ricco di riferimenti al passato, ma proiettato verso nuove dimensioni espressive, offrono una sintesi che risulta ineguagliabile. È in quest’album che Gilmour dimostra la sua capacità di rinnovarsi pur mantenendo fede alle radici che hanno definito la sua carriera, rendendolo il punto di riferimento imprescindibile per ogni vero appassionato.

Buon compleanno David!

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