Febbraio 2, 2025
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Nel panorama della musica rock, gli esperimenti più bizzarri non mancano di certo, ma pochi possono competere con l’idea di includere un cane come cantante in una traccia ufficiale di un album. “Seamus”, brano dei Pink Floyd pubblicato nel 1971 all’interno di Meddle, rappresenta uno degli episodi più curiosi nella carriera della band.

L’inclusione di animali nella musica non è un fenomeno isolato. Ad esempio, ma ce ne sono anche altri, il compositore francese Camille Saint-Saëns creò “Il carnevale degli animali”, una suite musicale che rappresenta diversi animali attraverso strumenti e melodie specifiche. Inoltre, la zoomusicologia è una disciplina che studia gli aspetti musicali dei suoni prodotti dagli animali nella loro comunicazione, suggerendo che la musica non è un fenomeno esclusivamente umano, ma ha radici zoologiche.

Il protagonista di questa bizzarra avventura musicale fu Seamus, un pastore tedesco di proprietà di Steve Marriott (Humble Pie). Durante le sessioni di registrazione di Meddle, David Gilmour, che in quel periodo si prendeva cura del cane, si accorse di una peculiarità straordinaria: Seamus ululava in sintonia con gli strumenti musicali. Un talento naturale che i Pink Floyd non poterono ignorare.

Affascinati dalla sua “voce”, i Pink Floyd decisero di comporre un blues in dodici battute per accompagnare gli ululati del cane. Gilmour, alla voce e alla chitarra slide, venne affiancato da Richard Wright al pianoforte, Roger Waters al basso e Nick Mason alla batteria. Il risultato fu “Seamus”, un brano volutamente scherzoso che chiude il lato A di Meddle.

Ma se la band si divertì a registrarlo, la critica e il pubblico non furono altrettanto entusiasti.

Molti fan e critici hanno definito “Seamus” uno dei punti più bassi della discografia dei Pink Floyd. Spesso liquidata come un mero riempitivo, la canzone è stata etichettata come un esperimento superfluo, un momento di leggerezza in un album altrimenti sofisticato. Anche David Gilmour, anni dopo, riconobbe la reazione negativa del pubblico, ammettendo:

“Non era così divertente per tutti come lo era per noi.”

Eppure, l’esperimento non finì con Meddle.

Nel celebre film Pink Floyd: Live at Pompeii (1972), la band ripropose il brano sotto una nuova veste, ribattezzandolo “Mademoiselle Nobs”. Per l’occasione, Seamus fu sostituito da un levriero russo di nome Nobs, appartenente a Madonna Bouglione, figlia di un noto impresario circense francese.

La scena, girata in uno studio vicino a Parigi, vedeva Gilmour suonare l’armonica e Roger Waters la chitarra blues, mentre Nobs, seduto tra i musicisti, si esibiva in una serie di ululati degni di un vero artista.

Nonostante la canzone non sia mai stata inclusa nei concerti dei Pink Floyd (se non nella versione filmata di Live at Pompeii), Seamus rimane una curiosità irripetibile nella discografia della band. È un esempio dello spirito giocoso dei Pink Floyd, spesso nascosto dietro la loro immagine di band seriosa e concettuale.

Forse “Seamus” non entrerà mai nella lista delle migliori canzoni dei Pink Floyd, ma ha conquistato il suo piccolo posto nella storia della musica. Del resto, quanti altri artisti possono vantarsi di aver avuto un cane come cantante?

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