Novembre 24, 2024
adam

Abbiamo intervistato Adam Ritchie, fotografo e grande amico di John “Hoppy” Hopkins che ci ha raccontato alcune cose interessanti negli anni della Swinging London

FC: Potresti descriverci che tipo era Hoppy negli anni della Swinging London?

AR: Hoppy è stato un mio grande amico per oltre 50 anni. L’ho incontrato intorno al 1959, a una festa vicino a Oxford nella casa di Mike Horowitz. Andai lì con una ragazza che frequentava la mia classe, Nicole Lepsky, ed era diventata la ragazza di Hoppy. Siamo diventati subito buoni amici. Qualche mese dopo prese un grande appartamento al 105 di Westbourne Terrace W2 dove subaffittava tre o quattro stanze, e io con la mia ragazza andammo a vivere lì. Passavamo le serate ad ascoltare Coltrane, Parker e Monk. Hoppy organizzava eventi bizzarri. Una volta andammo in Carnaby Street e attaccammo manifesti sulle vetrine di tutti i negozi di abbigliamento alla moda. La strada era così piena di ragazzi e turisti che i commessi ebbero difficoltà ad impedircelo. I manifesti dicevano: “alcool gratis, vestiti gratis da Lord John.” Avevamo una grande scatola con bicchieri di carta pieni di Ribena e acqua (che sembrava vino rosso) che davamo alla gente mentre entrava correndo a prendere i ‘vestiti gratis’. Il personale del negozio non capiva se si trattasse di una trovata pubblicitaria o di un’invasione. Vedemmo la polizia all’altra estremità di Carnaby St, quindi ci nascondemmo nel seminterrato di un pub finché la situazione non si è calmò. Un’altra volta organizzammo anche una protesta pro-marujana a Piccadilly Circus, eravamo molto bizzarri all’epoca. Abbiamo avuto molti ospiti al 105: poeti, musicisti e gente underground, e anche due prostitute spesso ci facevano visita portando sempre con loro una bottiglia di whisky e grandi spinelli. Sembrava il centro dell’universo. Pianificavamo costantemente cose per cambiare il mondo e renderlo migliore, come un viaggio in bicicletta fino a Brighton con circa 40 persone. All’epoca Hoppy scattava foto e le vendeva alla stampa musicale mentre io lavoravo presso Better Books, una libreria all’avanguardia in Charing Cross Road. Guadagnavo circa £ 10,00 a settimana e con Hoppy e la sua compagna di allora Gala Mitchell, andavamo al cinema, ai concerti e a molte feste. Nel 1962 andai a lavorare a New York per quattro anni. Anche Hoppy mi venne a trovare e insieme siamo stati al Newport Jazz Festival come giornalisti/fotografi. A Londra, Hoppy, con Miles, Allen Ginsberg e Barbara Rubin affittarono l’Albert Hall nel 1965 per un festival di poesia underground. L’anno dopo fondò la London Free School e per raccogliere fondi organizzò concerti con i Pink Floyd all’All Saints Church Hall. In quel periodo incontrò Joe Boyd e in seguito fondarono l’UFO Club a Tottenham Court Road. Decise di utilizzare la Round House a Chalk Farm che serviva per pulire e riparare i motori ferroviari. Lì suonavano gli Who, i Pink Floyd, i Soft Machine. Hoppy avviò anche la Bit Information Services e un altro programma con Caroline Coon per aiutare le persone con dipendenza da droga. Con Miles fondò l’International Times e aprirono anche la Indica Books a Southampton Row. Oltre alla London Free School ha anche dato inizio al Notting Hill Carnival con Rhaune Laslette, ci fu una parata lungo Portobello Road per promuoverlo. (Ho le foto della sfilata.) Che tipo di persona era? Beh, aveva un’enorme energia per il cambiamento. Incoraggiava tutti. È sempre stato generoso e mi ha aiutato a negoziare i contratti. Si sentiva modesto e non si vantava mai delle cose incredibili che aveva fatto. Non ha preteso nulla di ciò che gli era dovuto. Era un leader senza voler apparire tale. Sono andato a trovarlo spesso dopo che si era ammalato di Parkinson. Mi manca molto, ha dato così tanto al mondo.

FC: Ci puoi descrivere i concerti dei Pink Floyd alla Roundhouse in quel periodo?

AR: I Pink Floyd suonarono per la prima volta alla Roundhouse di Londra per il lancio del giornale IT, il 15 ottobre 1966, che fu una grande festa con grande partecipazione ma poca elettricità, calore o luce. Ogni settimana il sito industriale dismesso diventava leggermente più pulito e meglio attrezzato. La band suonò poi lì il 3 dicembre 1966 per “Psychodelphia versus Ian Smith”, una raccolta fondi per lo Zimbabwe. La loro terza apparizione avvenne il 31 dicembre 1966, per il “All-Night Rave”. Suonarono al Roundhouse circa otto volte nel periodo 1966-1967.

FC: Hai fotografato i Pink Floyd anche all’UFO Club, un luogo che è diventato importante per la storia e la musica della band.

AR: Sono tornato da New York nel giugno del 1966 e sono andato a trovare Hoppy che mi ha parlato dell’UFO Club, suo e di Joe Boyd. E’ così che sono riuscito a fotografare il light show dei Pink Floyd. Non ho mai avuto problemi o disaccordi con Hoppy. Ho semplicemente apprezzato la sua monumentale creatività. Si può dire che ha vissuto nel presente e ha inventato il futuro.

Nick Mason, Roger Waters, Syd Barrett and Rick Wright of Pink Floyd perform under psychedelic lighting at the Architectural Association student party, London, 16th December 1966. (Photo by Adam Ritchie/Redferns)

FC: Hai mai parlato con Syd e gli altri Floyd?

AR: Con Roger Waters ho parlato mentre stavo fotografando la band. Penso che pensasse a se stesso come al leader e così cercasse di mettersi in luce. Indossava pantaloni attillati a righe e si metteva in posa davanti alla band. Non mi è piaciuto subito. Roger si sentiva come un ragazzino della classe media che cercava di diventare una pop star mentre il resto della band si limitava a suonare la propria musica.

FC: Segui ancora la musica dei Pink Floyd?

AR: Posso ammettere che Parker, Coltrane, Rollins, Monk erano più importanti per me dei Floyd, ma comunque mi piaceva la loro musica.

FC: Stai lavorando a qualche progetto in questo momento?

AR: No, ho quasi 84 anni e soffro di diabete da quando ne avevo 68. Mia moglie ed io cantiamo in un coro classico da quasi 20 anni, lavoriamo nei nostri orti e devo dire che siamo molto felici.

Intervista di Francesco Madonia. Traduzione a cura di Matteo Gherardi. Le immagini sono di proprietà di Adam Ritchie.

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