
Recenti scoperte scientifiche al sito di Sima del Elefante, vicino a Burgos (Spagna), stanno attirando l’attenzione internazionale. Un team di ricercatori spagnoli ha rinvenuto frammenti fossili – risalenti a circa 1.1-1.4 milioni di anni fa – che rappresentano circa l’80% del lato sinistro della parte media del volto di un individuo adulto. Il ritrovamento, soprannominato provvisoriamente “Pink” in omaggio alla celebre band, apre nuove prospettive sulla storia evolutiva umana in Europa.
I resti, comprendenti parti dello zigomo, della mascella superiore e della struttura nasale, potrebbero appartenere a una specie di ominide fino ad ora sconosciuta. I ricercatori ipotizzano che “Pink” possa rappresentare un nuovo tassello nel puzzle evolutivo, suggerendo una migrazione umana nel continente europeo anteriore a quella riconducibile a Homo antecessor. La designazione provvisoria, Homo affinis erectus, richiama in parte le somiglianze con Homo erectus, specie nota per la sua migrazione dall’Africa circa 1.9 milioni di anni fa, pur evidenziando caratteristiche anatomiche più primitive.
La ricostruzione del mesoface di “Pink” è stata possibile grazie a un meticoloso assemblaggio dei frammenti. L’utilizzo di tecniche tradizionali di conservazione, affiancate da sofisticate analisi 3D, ha permesso agli scienziati di evidenziare un profilo facciale con una struttura nasale piatta e poco sviluppata – un tratto che ricorda, almeno in parte, quello di Homo erectus, ma che si discosta nettamente dal profilo più definito di Homo antecessor e degli umani moderni.
Questa scoperta introduce un nuovo protagonista nell’insediamento primordiale dell’Europa, sollevando interrogativi circa la possibile coesistenza o successione delle popolazioni umane antiche. Se ulteriori ritrovamenti confermeranno l’esistenza di questa nuova specie, potremmo assistere a una riscrittura di alcuni capitoli fondamentali della nostra storia evolutiva, ampliando la comprensione dei percorsi migratori e delle interazioni tra le prime popolazioni del continente.
Il soprannome “Pink” non è casuale: il tributo ai Pink Floyd si inserisce in una curiosa tradizione in cui scienza e cultura si intrecciano. Già nel 2011, i biologi Dimitar Dimitrov e Gustavo Hormiga, in Australia occidentale, scoprirono un nuovo genere di ragno, che battezzarono Pinkfloydia in onore della band. Analogamente, nel 2017, a Panama venne identificata una nuova specie di gambero, la Synalpheus pinkfloydi, così chiamata per il suo caratteristico colore “psichedelico”. Anche l’astronomia ha reso omaggio ai Pink Floyd: il 15 agosto 2012, gli astronomi amatoriali polacchi Michał Kusiak e Michał Żołnowski scoprirono un asteroide nella fascia principale tra Marte e Giove, con un diametro stimato di circa 2 km. Su suggerimento di Kusiak, il 4 novembre 2017 l’asteroide è stato ufficialmente denominato (495181) Rogerwaters, in onore di Roger Waters.