In uno dei suoi più recenti video pubblicati sui social, Roger Waters torna a esprimersi con veemenza sulla situazione geopolitica attuale, utilizzando un linguaggio ricco di metafore e diretto. L’ex leader dei Pink Floyd dipinge un quadro drammatico e divisivo, dove ogni attore della scena internazionale assume un ruolo ben definito in una sorta di “spaghetti western”. Con questa immagine, Waters riesce a rendere le sue critiche più accessibili, offrendo al pubblico una chiave di lettura carica di simbolismo.
Waters introduce il concetto di “spaghetti western” per descrivere il panorama geopolitico contemporaneo, assegnando ruoli precisi ai protagonisti del conflitto. Una metafora che richiama alla mente il genere cinematografico italiano, caratterizzato da drammi intensi e figure nette di buoni, cattivi e brutti.
“Ci ritroviamo quindi a vivere in uno spaghetti western, con il buono, il brutto e il cattivo,” dichiara Waters, lasciando intendere che il mondo stia affrontando una crisi morale e politica senza precedenti.
Waters non risparmia parole dure nel suo video, definendo Israele uno “stato genocida” e accusando i paesi occidentali di sostenerlo. La sua posizione sul conflitto israelo-palestinese è chiara e senza compromessi, e il musicista si schiera apertamente contro coloro che ritiene responsabili di perpetuare questa situazione di ingiustizia. “Il male, chiaramente, è lo stato genocida di Israele e tutti coloro in Occidente che lo sostengono,” afferma Waters, posizionandosi in modo netto nel dibattito internazionale.
In questo scenario, Waters individua anche un simbolo di speranza e saggezza, rappresentato dalla figura di Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU sui diritti umani nei territori palestinesi. Albanese è descritta come una voce autorevole e una fonte di verità in un panorama mediatico che Waters ritiene corrotto e manipolato.
“Ok, il buono è rappresentato per il resto di noi da Francesca Albanese, la relatrice speciale. Se non sapete chi è, scopritelo e andate ad ascoltare tutto quello che dice perché tutto quello che dice è la verità,” esorta Waters, aggiungendo una critica ai media tradizionali, definiti come fonti di disinformazione.
Waters non manca di includere Donald Trump nel suo “western” geopolitico, descrivendolo come un personaggio brutale e opportunista. La sua critica si concentra sull’approccio dell’ex presidente americano alla questione palestinese, accusandolo di considerare Gaza una semplice proprietà immobiliare da sfruttare a discapito dei diritti umani. “Trump dice oggi che Gaza è un meraviglioso pezzo di proprietà immobiliare che dovrebbe essere ripulito etnicamente affinché Donald e la sua orribile famiglia possano costruire appartamenti sul mare e campi da golf,” dichiara Waters, evidenziando il cinismo del profitto contro i diritti dei popoli indigeni.
Il video si conclude con un appello appassionato alla resistenza contro le ingiustizie. Waters promette di lottare fino a quando non saranno raggiunti giustizia e pace in Terra Santa, riaffermando il suo impegno verso il popolo palestinese. “Ci opporremo a Donald. Ci opporremo ai genocidi. Ci opporremo e io vi prometto, fratelli e sorelle in Palestina, non ce ne andremo mai finché non sarà fatta giustizia e la pace regni in Terra Santa,” afferma, lanciando un messaggio chiaro di determinazione e solidarietà.
La frase finale, “solo che non lo permetteremo,” rappresenta un invito diretto a tutti coloro che condividono la visione di Waters a non accettare lo status quo, ma a unirsi in una resistenza attiva contro le politiche che ritiene ingiuste e oppressive.
Con questo video, Roger Waters si conferma una delle voci più critiche e controverse del panorama artistico e politico, utilizzando la sua influenza per attirare l’attenzione su temi cruciali e divisivi. Il suo impegno continua a suscitare dibattiti accesi, rendendo evidente che la sua musica e le sue idee rimangono profondamente intrecciate.