Gennaio 8, 2025
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Tramite i suoi canali social, Roger Waters, ha condiviso un estratto della sua biografia Amore E Verità, che probabilmente uscirà nel 2025. Questo racconto lo aveva letto il 7 Ottobre 2023 al Palladuum di Londra durante il concerto di The Dark Side Of The Moon Redux.

Chocolate Charlie Brown è stato il mio terzo gatto birmano marrone. Questo è un disegno di lui e della sua amica Lilly, un’abissina, nella parete della stanza di mio figlio più piccolo Jack nei primi anni Novanta. Questa storia non riguarda Chocolate Charlie Brown, beh, solo questa prima piccola parte lo riguarda, ma il resto riguarda un papero chiamato Donald. Prima però una breve storia di Chocolate Charley Brown, l’ho preso tramite Keith Butt, il veterinario di Knightsbridge dove ero solito portare gli animali domestici per farli sopprimere la domenica mattina se non erano più in grado di guarire. Come Cloudy, ad esempio, il gerbillo domestico di mia figlia India, che non poteva essere salvato, un tumore (Cloudy, non India), povera piccola rovina.

Così, una domenica mattina dopo colazione, siamo saliti sulla Mercedes, io e Cloudy. Beh, Cloudy non è che sia proprio “saltata” dentro, a dirla tutta, ho dovuto aiutarla, nella sua piccola gabbietta, solo noi due, la condannata Cloudy e io, e una scatola di cartone per dopo. Accidenti, mi sto commuovendo un po’. Via verso Keith Butt. Il signor Butt era già al corrente delle condizioni di Cloudy, quindi, guarda dall’altra parte, è finita? Il trucco, prima di riportare a casa la defunta, era farla sembrare a suo agio nella piccola scatola di cartone, sistemata rannicchiata, in pace eterna, con una ghirlanda di non ti scordar di me. Dopo pranzo, giù in giardino, pala in mano, una scatola di cartone non troppo pesante, una piccola mano di bambina stretta forte nella mia. Fatto.

Di cosa stavo parlando? Oh sì, Chocolate Charley Brown. Il giorno in cui è arrivato era un piccolo moccioso marrone e spaventato a morte, così l’ho portato di sopra in camera da letto per sistemarlo. È corso dritto sotto il letto e non voleva uscire, così mi sono tolto gli stivali da cowboy e sono andato a letto con i jeans e ho fatto dondolare cose allettanti come piume su pezzi di spago davanti ai posti bui sotto il letto. Come previsto, dopo circa mezz’ora è emerso il gene della caccia e così anche la piccola zampa di CCB. L’ho attirato fuori allo scoperto e poi l’ho preso in braccio e l’ho infilato sotto le coperte accanto alla mia grande gamba calda. Indossavo una cintura di pelle marrone per tenere su i jeans. Ce l’ho ancora, ha una punta argentata che cade sempre. Ero seduto sul letto a leggere quando ho visto una piccola zampa allungarsi e colpire il pezzo argentato penzolante all’estremità della mia cintura. Ci siamo salutati e da allora siamo diventati inseparabili. Che animale magnifico era CCB, amato da tutti. Beh, ovviamente non da tutti, da tutti. Non era amato dai roditori o dagli uccelli o da Brian, il guardacaccia della Kimbridge Farms, lì accanto. Un giorno ho visto CCB zoppicare, favorendo il suo posteriore sinistro. Non ho trovato niente di sbagliato, niente di rotto, ma, solo per sicurezza, l’ho portato dal veterinario locale per una radiografia. Porca miseria! Tre pallini di fucile da caccia n. 5 nel posteriore. Sono andato a trovare Brian.

“Ehi Brian?”

“Sì, signore?”

“Buon Natale Brian, ci sono cento sterline.”

“Grazie mille signore!”

“Di niente… Brian, se quel mio grosso vecchio gatto marrone sarà ancora vivo il prossimo Natale, ce ne saranno altri cento, e così via finché non morirà per cause naturali.”

“La sento, signor Waters, posso chiederle un favore?”

“Qualsiasi cosa Brian”

“Potresti mettergli un collare fluorescente, signore? Mi renderebbe il lavoro molto più facile, questo sì.”

Comunque, un’estate sento sbattere la gattaiola, ed entra CCB con, come al solito, qualcosa di morto in bocca. Si lascia cadere davanti alla stufa AGA (metà riscaldamento centralizzato, metà cottura, molto amata nelle cucine di campagna eleganti) ansimando.

“Cosa hai lì, Charlie?”

“Oh niente di che, solo un anatroccolo appena nato, ho già mangiato tutti i suoi fratelli e sono un po’ sazio. Mi riposerò qui per un minuto e poi mangerò questo più tardi e poi potrei andare a fare un pisolino in lavanderia.”

“Gesù Cristo Charlie, diamo un’occhiata, oh, porca miseria, è ancora bagnato.”

“I gatti saranno gatti, figliolo”

“Gesù! Dai piccolino, è il bidone per te. Cazzo, respira ancora, Gesù! Charley!”

“Ehi! Dove stai andando? Non vedevo l’ora.”

Così ho messo il pezzettino bagnato di uccellino, pezzi di guscio e tutto, fuori dalla portata della magnifica bestia e sono andato a cercare una scatola da scarpe. Ne ho trovata una. Cacciavite per i buchi. Dap, dap, dap, dap, dap, dap, dap, dap, dap, dap, dap. Basta così, non sopravviverà mai comunque. Dove metterlo? Lo so, nel bagno degli ospiti sul termosifone.

La mattina dopo bevo caffè. A metà della seconda tazza…! La scatola da scarpe! Meglio che vada a ripulire i resti. Quindi, corro su per le scale e vado nel bagno degli ospiti.

“Tsi Tsi Tsi Tsi Tsi”

Cazzo! Apri il coperchio. Oh mio dio è una soffice pallina da golf marrone con una faccina gialla e una riga di mascara che le attraversa l’occhio!

“Tsi Tsi Tsi Tsi Tsi”

“Tsi Tsi Tsi Tsi Tsi”

“Tsi Tsi Tsi Tsi?”

“Tsi Tsi Tsi Tsi?”

“Tsi Tsi Tsi”

“Tsi Tsi Tsi Tsi Tsi”

Traduzione; dal germano reale all’inglese.

“Mamma, mamma, mamma, mamma, mamma,

Ho fame, ho fame, ho fame, ho fame, ho fame, ho fame,

Dove sei stato?

Dove sei stato?

Ero spaventato,

Mamma, mamma, mamma, mamma, mamma”.

Era Donald.

“Fanculo! ……….. Cosa mangiano?”

“E il latte?”

“Latte! Non essere stupido, quando mai hai visto un’anatra con le tette?”

I paperotti dovrebbero essere nutriti con una dieta a base di vermi della farina e materia vegetale fin da piccoli, anche se l’erba tende a far gonfiare i piccoli paperotti. Le anatre selvatiche tendono ad attaccarsi a qualsiasi insetto trovino e mangeranno il cibo che viene loro dato dai visitatori o dagli ospiti del parco. Il pane è stato a lungo considerato una cosa negativa per nutrire gli uccelli selvatici.

“Ehi, niente pane!”

Probabilmente sono uscito per cercare di catturare insetti nel fiume che scorre attraverso il giardino. Oddio! Hai mai provato a catturare un insetto? Esatto! Probabilmente non ci ho messo molto a documentarmi sull’argomento. (Roger, per tutta la vita dovrai affrontare molte sfide, il mio consiglio è di leggere, leggere, leggere, leggere. Grazie mamma.) Vermi farinosi secchi mescolati con orzo o avena schiacciati e acqua, ovviamente. Donald è rimasto nel bagno degli ospiti per la prima settimana circa, tranne ovviamente all’ora del mio bagno, quando è venuto nel bagno padronale per fare il bagno con me.

Che gioia, il mio papero con cui giocare nella vasca da bagno. A Donald piaceva fare il bagno, nuotare e poi salire sul petto della mamma per una coccola e un po’ di becco sul mento, poi di nuovo nell’acqua calda.

Ciò che mi ha sempre incuriosito è come qualcosa di così piccolo possa produrre una tale quantità di merda d’anatra? Voglio dire, il pavimento del bagno degli ospiti era pieno fino alle ginocchia dopo un paio di settimane. So che pensi che stia esagerando; stai pensando.

“Come è possibile che arrivi fino alle ginocchia?”

“Ah, beh, questo perché stai pensando che la mamma ci arrivi fino alle ginocchia, io sto parlando di Paperino, che come puoi vedere dalla foto è solo circa un centimetro e mezzo.”

Comunque Donald cresceva e cresceva, gli insegnai a nuotare nella vasca da bagno, pensai persino di comprargli un’anatra di plastica con cui giocare… no, non l’ho fatto!

Il bagno degli ospiti ha iniziato a puzzare un po’, ed era un’estate calda, così ho deciso di costruire per Donald un percorso in giardino. Avevamo un ruscello molto piccolo, largo solo circa un piede, che scorreva da un ruscello parallelo attraverso il prato sotto alcuni ciliegi fino al fiume principale. Perfetto.

Ho preso della rete metallica e ho costruito un recinto che attraversava il ruscello. Acqua corrente, a prova di volpe, abbastanza sponda per un pisolino, in vista delle sedie sul logia, il paradiso. Le lunghe giornate estive di, cosa? 1993? Passate. Donald cresceva e cresceva, senza mai perdere il suo attaccamento a me, la sua mamma. Andavamo a fare passeggiate insieme in giardino, mai troppo vicini al fiume principale, avevo sempre paura che cadesse dentro. Lo so che è stupido. All’epoca vivevo con Pricilla, la mamma del mio Jack, e avevamo l’abitudine di sederci sul logia all’ora del cocktail con una vodka molto grande e del succo di mirtillo a testa. Lo so, lo so, ma a quei tempi non sapevamo fare di meglio. Comunque, Donald veniva sempre a sedersi con noi e si lisciava un po’ le penne e gracchiava piano fino all’ora di andare a letto. Non so quanti mesi passarono prima che un giorno guardassi Donald e pensassi, cazzo, non dovrebbe iniziare a diventare verde la sua testa? Cristo onnipotente! Donald è una femmina! Beh, ormai è troppo tardi per cambiare il suo nome. Grazie a Dio, (NTTIAG) per quanto ne sappiamo, le anatre non hanno problemi di pronomi.

Un giorno, all’avvicinarsi di settembre, stavo guardando Donald da sopra il bordo del mio bicchiere di vodka e pensavo che quell’anatra sembrasse quasi cresciuta, quando mi venne in mente un altro pensiero…………………………..?

“Cristo, non sa volare.”

Così la chiamai, la presi in braccio e la tenni tra il pollice e le quattro dita della mano destra, a metà strada tra il suo bel collo e i suoi bellissimi piedi palmati, come una grossa freccia di carta piumata, e puntandola leggermente verso l’alto, la lanciai in avanti. Non sbatté nemmeno le ali, si tuffò semplicemente nel prato ai miei piedi, mi guardò con disapprovazione e se ne andò barcollando per leccarsi l’orgoglio ferito.

“Gesù mamma! Perché hai fatto questo?”

Era un enigma, come insegnare a Donald a volare, finché un giorno, mentre camminavo lungo il bordo di uno dei recinti per andare a dare a Mossy Fern (cavallo da corsa in pensione) delle polo, andavo troppo veloce per Donald che iniziò a correre barcollando e poi istintivamente spiegò le ali, sbatté le ali e volò per circa cinque metri prima di schiantarsi. Eureka! Abbiamo iniziato ad allenarci ogni giorno e in poco tempo se iniziavo a correre lei volava accanto a me all’altezza delle spalle,

“Guardami mamma, sto volando!”

Non volò via. Finché un giorno lo fece.

“Dov’è Donald?”

“Non lo so, non l’ho mai vista.”

Mi commuovo un po’ scrivendo questo… Voglio dire, è stato fantastico che se ne fosse andata con le sue amiche alla stoppia d’orzo o dovunque fossero andate, ma… beh, ha lasciato un grande vuoto.

Poi, un paio di giorni dopo, alcune anatre atterrarono sul ponte, sotto la piscina superiore, vicino alla casa, mentre eravamo seduti davanti al logia con le nostre vodka e il succo di mirtillo, e una di loro nuotò, salì con calma i gradini per uscire dal fiume, attraversò il prato e si sedette accanto a noi.

“Ciao Donald.”

“Quack, quack,”

Lo fece altre volte quel settembre, finché alla fine non lo fece più.

Lo confesso, anche se mi duole ammetterlo, ma prima del 1993 ogni tanto catturavo qualche germano reale nutrito con orzo nel fiume a settembre: era delizioso.

Sono passati trent’anni.

Non l’ho mai più fatto.

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