“The Endless River”, l’ultimo album dei Pink Floyd pubblicato nel 2014, rappresenta un viaggio attraverso il passato della band e un tributo al loro membro fondatore Rick Wright, scomparso nel 2008. L’album è composto principalmente da musica strumentale e ambient, con un unico brano vocale, “Louder than Words”.
Durante le sessioni per l’album “The Division Bell” del 1994, l’ingegnere Andy Jackson ha raccolto una serie di pezzi e frammenti di jam che erano stati diffusi su bootleg con il nome “The Big Spliff”. Questa raccolta di materiale inedito ha catturato l’attenzione dei fan, che desideravano ascoltare queste registrazioni.
David Gilmour ha recentemente ammesso che la decisione di pubblicare “The Endless River” è stata influenzata dalla pressione della casa discografica, che voleva un disco dei Pink Floyd ben prodotto e realizzato a dovere. Tuttavia, Gilmour ha espresso il suo rammarico, affermando che l’album non doveva essere considerato il seguito di “The Division Bell”. La sua intenzione era di offrire ai fan un’opera che riflette le atmosfere e le improvvisazioni del periodo, senza le aspettative di un nuovo capolavoro.
“The Endless River” è un’opera che evoca nostalgia e riflessione, con tracce che si basano su improvvisazioni e idee inutilizzate durante le sessioni di “The Division Bell”. L’album è caratterizzato da un sound ambient, con melodie che si intrecciano in modo fluido e atmosferico. Sebbene abbia ricevuto recensioni contrastanti, molti fan hanno apprezzato l’atmosfera nostalgica e la dedica a Rick Wright. L’unico brano vocale dell’album, “Louder than Words”, presenta testi scritti da Polly Samson. Le parole sono ispirate alle prove della reunion del 2005 al Live 8, catturando l’essenza delle emozioni e delle dinamiche della band in quel preciso momento.
“The Endless River” è un album che invita i fan a riflettere sul sound, sulle improvvisazioni e sull’intesa ritrovata con Richard Wright durante il periodo delle sessioni di “The Division Bell”. Ascoltarlo con questa prospettiva permette di apprezzare le atmosfere e le emozioni che hanno caratterizzato quel periodo. È importante riconoscere che non è uno dei capolavori della discografia dei Pink Floyd, ma forse se alcune delle idee fossero state utilizzate nel precedente album “The Division Bell”, questo sarebbe stato sicuramente migliore.
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