Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Aprile 30, 2025
tcs

Ormai siamo agli sgoccioli. L’attesa è quasi finita. Luck And Strange tra poco sarà sui nostri scaffali e potremo sentire finalmente il nuovo disco di David Gilmour. Come di consueto in queste occasioni gli artisti rilasciano interviste e il “nostro” David non è stato a di meno. Siamo partiti con Uncut a Giugno per finire alla recente di Rolling Stone dove Gilmour ha veramente toccato molti temi. A parte l’eccesso di ego o di marketing (scegliete voi) con la frase “è il miglior album che ho fatto dai tempi di The Dark Side Of The Moon” (Prog), nel resto delle interviste, il chitarrista, si è espresso su tanti argomenti, che forse proprio a causa della frase ad effetto citata sopra, sono passati in secondo piano. Oltre a parlare, ovviamente, del nuovo album, Gilmour si è espresso sulla politica toccando in maniera esplicita la situazione britannica, statunitense e anche quella italiana (La Repubblica), una cosa abbastanza rara sentirlo parlare in maniera diretta di questi argomenti. Ha parlato della scaletta del suo imminente tour, che per questioni anagrafiche potrebbe essere l’ultimo, chiarendo anche la posizione che ha sui brani dei Pink Floyd degli anni 70, cosa che alcuni mesi fa aveva fatto infuocare i social e non solo. Suonerà certamente Wish You Were Here e Comfortably Numb, ma sicuramente non farà Money e molto probabilmente neanche Us And Them, data l’assenza di un sassofonista. Non suonerà per intero il nuovo disco e sicuramente Romany farà tappa in alcune delle serate londinesi, dove magari potrebbe cantare Between Two Points e chissà, forse anche Yes I Have Ghosts, finendo in un album/video live. Come certezze floydiane ci saranno la vecchia Astronomy Domine e la più recente High Hopes. Durante le interviste ha elogiato molto il lavoro del suo nuovo produttore, Charlie Andrew, anche se ha detto che la scelta di Steve Gadd era stata presa prima. Non è da escludere che il progetto iniziale di questo album doveva essere accompagnato dalla presenza di Nitin Sawhney, tastierista in Hey Hey Rise Up, che oltre ad essere un ottimo musicista è anche un produttore affermato. I due infatti avevano già collaborato insieme nel disco Pianola Piano & Friends di Jools Holland. Ma il tema forse più scottante che David Gilmour ha toccato in questi tre mesi di interviste è quello sulla vendita del catalogo dei Pink Floyd, argomento che va avanti ormai da poco più di un anno. Ha affermato che per lui non è una questione finanziaria, ma vorrebbe chiudere definitivamente con il passato e con i problemi che ci sono nel prendere le decisioni, in particolare con Tizio, ovvero Roger Waters. Ha detto che la questione è ancora aperta, ma per il momento Tizio, è contrario. Certamente non conoscendo quali sono le questioni per cui non ci sia un accordo non possiamo esprimere nessuna opinione, ma se la questione è ancora aperta significa che c’è un compratore, a differenza di come si era ipotizzato tempo fa, ovvero che le posizioni politiche di Waters siano state la questione principale della fallita vendita. Insomma Tizio non è d’accordo con Caio e Sempronio, non sappiamo il motivo, ma siamo sicuri che alla fine qualcuno cederà e il catalogo sarà venduto, perché al contrario di quello che dice Gilmour, la questione finanziaria è quella principale. Ce lo avete insegnato voi: money it’s a crime!

La Newsletter di Flaming Cow

Iscriviti per ricevere gli articoli direttamente nella tua casella di posta!

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Leave a reply

  • Default Comments (0)
  • Facebook Comments

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *