Terza puntata per Adam Betts, giovane batterista britannico ha militato in numerosi gruppi della scena underground londinese spaziando dal rock al metal, ma dal 2001 si è stabilizzato a Londra per studiare jazz alla prestigiosa Royal Academy of Music. Ha iniziato a fondere la libertà del jazz con la passione per il rock e il groove del funk, combinando tutto con i suoni dell’elettronica. Anche se poco conosciuto è riuscito comunque a creare un suono e uno stile quasi unico avendo elogi anche parte della critica, soprattutto con il lavoro svolto nella band Three Trapped Tigers. Scelto da Gilmour per il suo ultimo disco, insieme a Steve Gadd e Steve Di Stanislao, vedremo come si adatterà ai suoni floydiani, dato che sarà proprio lui a seguirlo in tour.
A questo link l’articolo dedicato a Greg Phillinganes
A questo link l’articolo dedicato a Rob Gentry
Bhe,..libertà del jazz,.. non abusiamo di questo termine confondendolo con il free-jazz . Nella musica jazz c’è più disciplina e schemi da seguire, di quanto si pensi…nonostante le apparenze 😉 Basta informarsi sui termini Jazz Modale e Tonale, per rendersene conto…
Seguire uno schema improvvisando, si può fare 😉