Dicembre 29, 2024
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Empatia. Solo questa parola descrive l’essenza dell’esibizione di Roger Waters Venerdì’ scorso presso la chiesa di St Pancras a Londra. Un evento, inaspettato, che ha visto esibirsi il rapper Lowkey che ha cantato alcuni brani tra cui Long Live Palestine e My Soul “dedicato a coloro che sono stati fermi e risoluti nel restare umani, che hanno scelto la vita di fronte alla morte”. Poi è stato il turno di Yusuf/Cat Stevens che eseguito alcuni brani tra cui la celeberrima Wild Word dichiarando “sono qui per parlare dei bambini perché sono le creature più innocenti e più pure e non si meritano tutto quello che sta succedendo”. Ovviamente, senza togliere niente agli altri artisti, il momento clou è stata l’esibizione di Roger Waters. Accolto con un grandissimo applauso ha letto un testo “mixato” con i versi di Wish You Were Here, canzone che ha poi eseguito alla chitarra insieme a Dave Kilminster dicendo che “le persone pensano che sia un’elegia per un mio amico d’infanzia che se n’è andato, Syd Barrett per la cronaca. Certo, è così, ma non stasera, oggi è dedicato alla Palestina: ‘So you think you can tell Heaven from Hell‘. Oggi questo pezzo parla di scelte” . Dopo Roger si è seduto al pianoforte ed ha eseguito The Bar, con alla fine Outside The Wall in una versione emozionante, intensa e piena di pathos. Roger è letteralmente provato dagli anni che ormai mostrano gli acciacchi, ma il suo carisma è più forte di qualunque altra cosa. Tecnicamente è una prova scarsa questa esibizione, ma rimarrà alla storia per l’emozione che Roger riesce a generare.

Ignoranza. Solo questa parole descrive il comunicato pubblicato dalla chiesa si St Pancras subito dopo la fine dell’evento che per dovere di cronaca vi riportiamo rimanendo turbati da queste parole: “il mese scorso, la chiesa di St Pancras è stata contattata in merito a una prenotazione per un concerto di raccolta fondi, a sostegno dell’organizzazione benefica Palestine Children’s Relief Fund (PCRF). La chiesa riceve regolarmente prenotazioni di beneficenza per raccogliere fondi per cause tanto necessarie, e la richiesta è stata accettata, anche se in questa fase il programma dell’evento non era stato dichiarato. Riconosciamo ora che il programma ha gravemente offeso gli amici della comunità ebraica. Questa non è mai stata la nostra intenzione e ce ne scusiamo senza riserve. In questa fase, poiché un gran numero di persone hanno acquistato in buona fede i biglietti per un evento di raccolta fondi di beneficenza, siamo obbligati a onorare la prenotazione. Abbiamo anche ricevuto consulenza in materia di sicurezza e valutato gli aspetti di ordine pubblico. L’antisemitismo e l’islamofobia non hanno posto nella nostra società, né nella nostra chiesa. Ci impegniamo a incontrare i rappresentanti della comunità ebraica per saperne di più sull’antisemitismo e per garantire una comprensione più profonda delle preoccupazioni dei nostri amici e vicini ebrei”.

A voi la libera scelta da quale parte stare. Noi scegliamo quella giusta. Stand Up For Palestine.

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