Novembre 24, 2024
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Quando si parla dei Pink Floyd è scontato e banale ricordare The Dark Side Of The Moon. Sembra quasi che l’ottavo album della band sia sempre al centro di ogni argomento. Ricordando Zabriskie Point, nel giorno dell’uscita in USA della colonna sonora, però diventa obbligatorio, perché la storia di The Dark Side Of The Moon parte da lontano. Anzi per noi italiani possiamo dire che parte da vicino, da Roma e precisamente il 15 Novembre 1969. Queste sono le prime coordinate che dobbiamo appuntare per ripercorrere il percorso che ha portato alla luce quel capolavoro indiscusso. Dobbiamo riavvolgere il nastro della storia e partire proprio dalle sessioni di Zabriskie Point per trovare il primo frammento di qualcosa che finirà in uno degli album più importanti della storia del rock. Proprio in questa data i Pink Floyd atterrano all’aeroporto di Roma e dopo una riunione con il regista Michelangelo Antonioni e una notte di risposo, iniziano le registrazioni presso gli studi International Recording della capitale. Antonioni aveva visto i Floyd con Syd Barrett, ai tempi dell’UFO, quando era a Londra con la compagna Monica Vitti, ma la scelta verso la band inglese derivava dal disco live di Ummagumma, precisamente da Careful With That Axe Eugene e il famoso urlo di Waters che si adatta perfettamente alla scena finale del film. Le registrazioni, sotto la supervisione del regista, furono complicate ma molto produttive. Lo Studio 1 era stato affittato per la notte e Antonioni, pressato dalla MGM, supervisionava direttamente tutte le sessioni trovando su tutti i brani molti difetti. Alla fine ci saranno moltissime outtakes e poche tracce scelte dal regista finiranno nell’album. A tal proposito Mason ricorda: “Continuammo la nostra politica del riciclaggio di qualsiasi cosa vagamente utile. Zitti zitti raccattammo tutti i nostri nastri non utilizzati. Di sicuro ci sarebbe stata qualche possibilità di usarli in futuro”. E come dargli torto? I Floyd si erano resi conto che c’era qualcosa di buono soprattutto pensando a The Riot Scene. La memoria di Wright va proprio a quel momento: “Ricordo che me ne stavo seduto in studio di fronte al piano e mi capitò di vedere una sequenza violentissima. Forse mi sentivo stanco, ma in ogni caso iniziai a strimpellare la melodia. In quel momento credetti che il pensiero di tutti fosse: ‘Questa roba è bella davvero!'” Di lì a poco fu inserita in scaletta con il nome The Violent Sequence, in attesa di ricevere le parole di Waters per quel capolavoro che è Us And Them.

THE DARK SIDE OF ZABRISKIE POINT by Francesco Madonia is licensed under CC BY-NC-ND 4.0

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