Fairfield Halls, Croydon.
“Una standing ovation, un bis… nessun dubbio, i Pink Floyd sono grandi. E non basta ancora, sono unici e lo sono fin dall’inizio, quando praticamente inventarono la psichedelia. Dal punto di vista individuale sono musicisti esperti e usano con perizia diversi strumenti: al concerto di domenica, per esempio, Rick Wright ha suonato organo, piano, trombone e vibrafono. Qualsiasi cosa può essere legittimamente impiegata per creare un’atmosfera: pesanti botte sui timpani, violenti colpi sui piatti, sferzate su un gargantuesco gong e un battere insistente con le dita sui microfoni. I Pink Floyd sono ossessionati dai misteri dello spazio – vedi ad esempio Set The Controls For The Heart Of The Sun e Interstellar Overdrive – e lo rappresentano con fantasia. Eppure il concerto di domenica è stato guastato da fraseggi ripetitivi, lunghi passaggi privi di melodia, monotonia… Forse gli effetti di luce, che sono stati abbondanti, avrebbero reso meno evidenti le parti più carenti. Ad ogni modo è stato un concerto di quasi tre ore, lungo da riempire per i signori Waters, Wright, Mason e Gilmore. Ho apprezzato particolarmente la performance di Wright, comprese le funeree escursioni d’organo nella traumatica Saucerful Of Secrets e il piano pacato e alcionio di Niagara Dellof (The Violent Sequence ndr) che, come una tregua nella tempesta, è stata meritatamente applaudita. Il batterista Nick Mason ha affermato: “La gente ha fiducia nel fatto che se noi facciamo qualcosa di strano, non sarà una stronzata, ma probabilmente qualcosa che nasconde un significato o una finalità. Di sicuro non una stronzata, ma il risultato finale è stato mediocre, insoddisfacente.” (Croydon Advertiser)